Dal XVI secolo all' età contemporanea

Ultima modifica 15 marzo 2024

Il periodo appena terminato era stato testimone di numerosissime controversie e lotte tra fazioni rivali, con cambiamenti di proprietà di paesi e di interi territori. E’, d’altra parte, il momento più forte della guerra feudale, il periodo in cui più acceso è il sentimento campanilistico. E’ però importante notare come, in questo momento che va dal XIII al XVI secolo le lotte, le battaglie e le guerre siano quasi esclusivamente a livello interno, con rare intromissioni di potenze ed influenze straniere e con ancora più rare invasioni da parte di altre popolazioni europee o mediterranee. Il XVI secolo, invece, segna un improvviso ritorno di questa tradizione che per tanti secoli aveva interessato l’intero territorio italiano e quello piemontese in particolare, più vicino alle zone continentali della Europa e quindi più comoda e facile terra di conquista. I primi a fare sentire nuovamente la loro violenta voce furono gli spagnoli.

Nel 1526, infatti, le terre di Quattordio furono invase da questi eserciti che incendiarono, saccheggiarono e devastarono il paese. In seguito, nel Febbraio del 1527, il Barone Lodran ed il Conte Alberico Belgioioso mandarono i loro lanzichenecchi nell’Alto Monferrato, chiedendo alla reggente Marchesa un contributo di 16000 scudi d’oro e, poiché questa somma tardava a pervenire, essi si infuriarono sulle popolazioni, “devastando parecchi borghi intorno ad Asti”. Altri saccheggi e devastazioni si abbatterono sulle terre di Quattordio e nelle zone vicine dopo circa un secolo, intorno alla metà del ‘600. Secondo dati precisi, infatti, il paese fu saccheggiato ed arso dai francesi nel 1642 e, nove anni dopo, dai gallo-piemontesi. Gli spagnoli, ormai tristemente noti per le loro cicliche invasioni foriere di distruzione e destabilizzazione, conquistarono Quattordio nel 1655, con rapine ed estorsioni lo taglieggiarono e lo dominarono fino al 1706, “nel qual tempo venne in potere dei Savoia che lo tennero per la pace di Utrecht”.

Oltre ai già citati edifici ricchi di storia esistenti a Quattordio, il castello e la Rocca Civalieri, il primo completamente scomparso e la seconda in un preoccupante stato di degrado e manomissione, bisogna ricordare la presenza di alcune notevoli dimore signorili, citate anche dal Casalis nella stesura del suo “Dizionario”. Goffredo Casalis, infatti, visitando Quattordio intorno alla metà del secolo scorso, fu colpito dalle “varie signorili case che vi esistono”, a quell’epoca in buona parte appartenenti alle famiglie degli ex consignori.